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Gaznevada - Sick Soundtrack
Ero al primo anno di università a Bologna e uscendo una sera dal mio appartamento di via Sant'Isaia per un giro in centro, scoprii quasi per caso il Punkreas, un locale ricavato nella cantina di un ex circolo anarchico. Entrai e in apparenza pareva una delle tante tipiche osterie di Bologna, ma mi sbagliavo. In pochi minuti il locale underground cominciò a riempirsi di ragazzi e ragazze che dall'aspetto non parevano i tipici studenti frequentatori di osterie. Quella sera si esibivano i Gaznevada, gruppo bolognese a me sconosciuto, probabilmente in una delle prime uscite di una certa importanza. Suonarono alcuni brani dei Ramones ma anche pezzi loro e malgrado emergessero alcuni limiti tecnici, si intuiva che stava nascendo qualcosa di nuovo. Suoni e idee partoriti dalla Bologna del '77 di Radio Alice, del movimento e della cultura alternativa, ora già post-punk e avviata verso territori comunicativi inesplorati che avrebbero portato alla luce artisti geniali come Andrea Pazienza e Scozzari e che aveva già fatto emergere un gruppo cult demenziale come gli Skiantos.
L'anno dopo comprai il loro primo 33 giri Sick Soundtrack (sottotitolo: The invincible guardians of world’s freedom) e constatai con entusiasmo che gli "sbarbi" erano parecchio migliorati sotto tutti i punti di vista. Abbandonati subito gli esordi in stile Ramones, i Gaznevada erano stati capaci di creare qualcosa di assolutamente originale per il panorama ammuffito della musica italiana di quegli anni: una nuova prospettiva musicale... erano i figli del post punk americano e furono bravissimi, autentici surfisti dell'immaginario a prendere l'onda buona della new wave adattandola alla fantasia nostrana che rifletteva nell'universo rock la parte creativa del movimento bolognese del '77. Sick Soundtrack, primo LP dei Gaznevada, era un ingorgo stupefacente di intuizioni fra Devo e Contortions ('Going Underground'), Talking Heads (Oil Tubes), no wave newyorkese, psichedelia ... (Flavio Brighenti).
Purtroppo nel giro di pochi anni furono risucchiati e integrati dal business musicale. Dopo l'uscita del singolo I.C. love affair, che nel 1982 era ballato in tutte le piste, comparvero alcune volte in tv, intristiti nello stile italian dance-music tipicamente trash di quegli anni.
Vita breve e autodistruzione di una delle band di punta della new wave italiana.
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