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Venus on a Marquee Moon
Non ho mai capito Tom Verlaine, e per questo lo adoro. Un paio di anni fa sono andato a vederlo in concerto, erano lui e un altro tizio, non ricordo il nome, un produttore di grido di certa New York. Penso sia stato uno dei concerti più brutti visti in vita mia. Verlaine sembrava fosse stato costretto a trovarsi sul palco altrimenti, se non lo avesse fatto, qualcuno lo avrebbe ucciso. Sembrava cercasse nella sua chitarra lo splendore e la magia che una volta sapeva tirare fuori come un mago impazzito. L’ho visto almeno un paio di volte anche con Patti Smith, e anche in quelle occasioni era come se sul palco non ci fosse stato per niente. Una presenza ingombrante per il nome che porta ma assolutamente incapace di rendersi palpabile. Non ho mai capito Tom Verlaine. Ho letto proprio stamattina che esiste una versione che dura quasi 50 minuti, live, di Marquee Moon, registrata nel 1978 al CBGB’s. La voglio.

Perché se non ho mai capito Tom Verlaine, ho capito fin dalla prima volta che ci misi le mani sopra la stupefacente bellezza del primo disco dei Television, Marquee Moon, e di quella canzone in particolare. Anche se a me piace tantissimo anche la dichiarazione di intenti che è See No Evil.Che secondo me è il segreto del Tom Verlaine-pensiero. Non ricordo chi scrisse una volta che i Television erano la versione punk dei Grateful Dead. Io non credo che i Television abbiano nulla a che fare con la musica punk, ed è proprio questo che mi rende così affascinato dalla musica che venne prodotta in America tra il 1975 e il 1979, mentre, a parte i Clash e i Sex Pistols, di quanto avveniva in Inghilterra nello stesso periodo mi importa un fico secco. Marquee Moon è un disco a cui “devo” ritornare almeno una volta all’anno, e non ci torno per scelta mia, ma è Marquee Moon che mi obbliga a tornare a lui. Secondo me è un disco stregato, dotato di poteri magici.
E’ lui che sa, in quel particolare periodo della mia vita, che ho bisogno di lui. Così è stato ad esempio stanotte: probabilmente non sarei qui stamattina a scrivere queste righe se stanotte non avessi ascoltato un milione di volte Marquee Moon, pianto tutte le lacrime che si possono piangere e accettato di ricominciare daccapo. Marquee Moon se ne sta in un angolino nascostissimo in uno dei miei scaffali dei dischi, se ne sta quieto per dodici mesi all’anno e poi reclama la sua presenza. Vuole che lo ascolti. E non sarò io a dire di no. Non riuscirei mai a farlo. Ma non ho mai capito Tom Verlaine.

Perché se non ho mai capito Tom Verlaine, ho capito fin dalla prima volta che ci misi le mani sopra la stupefacente bellezza del primo disco dei Television, Marquee Moon, e di quella canzone in particolare. Anche se a me piace tantissimo anche la dichiarazione di intenti che è See No Evil.Che secondo me è il segreto del Tom Verlaine-pensiero. Non ricordo chi scrisse una volta che i Television erano la versione punk dei Grateful Dead. Io non credo che i Television abbiano nulla a che fare con la musica punk, ed è proprio questo che mi rende così affascinato dalla musica che venne prodotta in America tra il 1975 e il 1979, mentre, a parte i Clash e i Sex Pistols, di quanto avveniva in Inghilterra nello stesso periodo mi importa un fico secco. Marquee Moon è un disco a cui “devo” ritornare almeno una volta all’anno, e non ci torno per scelta mia, ma è Marquee Moon che mi obbliga a tornare a lui. Secondo me è un disco stregato, dotato di poteri magici.
E’ lui che sa, in quel particolare periodo della mia vita, che ho bisogno di lui. Così è stato ad esempio stanotte: probabilmente non sarei qui stamattina a scrivere queste righe se stanotte non avessi ascoltato un milione di volte Marquee Moon, pianto tutte le lacrime che si possono piangere e accettato di ricominciare daccapo. Marquee Moon se ne sta in un angolino nascostissimo in uno dei miei scaffali dei dischi, se ne sta quieto per dodici mesi all’anno e poi reclama la sua presenza. Vuole che lo ascolti. E non sarò io a dire di no. Non riuscirei mai a farlo. Ma non ho mai capito Tom Verlaine.