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I pastori dell'Arcadia e la musica moderna

Ci sono alcune malattie che la scienza medica ufficiale non ha ancora studiato approfonditamente, ma delle quali mi sembra corretto occuparsi in quanto riguardano molto da vicino gli "appassionati di musica", in particolare quelli adulti di sesso maschile.
Facciamone una veloce panoramica.

1. Sindrome mistica da consumismo affettivo-retroattivo
Colpisce di solito intorno ai 50 anni, quando cominci a parlare di quanto sei affezionato e quanti ricordi ti legano ai contenitori e non più ai contenuti.
Unita ai sintomi della successiva sindrome di cui al punto 3), ti porta a dare valori assolutamente spropositati al barattolo che contiene la marmellata, inventando giustificazioni risibili (colori, odori, sapori - appartenenti al barattolo...)
Si applica in particolare ai supporti di diffusione legati al mondo dell'arte (musica, letteratura, arti visive, etc.): prende la forma di rimpianto per il vinile, per il libro di carta, per la videocassetta, per il cinema fumoso e via di seguito, confondendo allegramente i mezzi che hai conosciuto da giovane con il messaggio da loro veicolato.

2. Sindrome da collezionismo ossessivo-compulsivo
Questa sindrome, tipicamente maschile, è una malattia con un decorso eccezionalmente lungo: si manifesta fin da subito dopo l'infanzia, e non gode mai di remissione.
Porta a voler possedere ogni cosa riguardi uno specifico argomento: dalle figurine dei Gormiti ai giornalini di Topolino, dai tappi delle bottiglie di birra alle registrazioni dei concerti dei Boss (e sono perfettamente d'accordo che l'ultima mania sia incomparabilmente meno sana delle precedenti...)
Peggiora sensibilmente verso i 50 anni per l'influenza perniciosa della sindrome già descritta al punto 1), che porta a voler avere ogni registrazione esistente, per dire, degli Animals.
Ma nella prima versione originale inglese, possibilmente dischi con numero di matrice appartenente allo stamper originale, con copertina intonsa ed idealmente mai suonati.
Se ancora avvolti dal cellophane originale diventano feticci da ammirare (non da ascoltare, ovvio).
Se invece, come quasi sempre accade, già ascoltati, gli inevitabili fruscii, click e salti del vinile vengono apprezzati in quanto testimoni del "carattere" e della "autenticità" (?) del supporto stesso.
Quando accoppiata con una maggiore disponibilità economica tipica della condizione adulta, genera mostri come i famigerati "acquirenti di cofanetti celebrativi de-luxe edition", una evoluzione (?) della specie Homo Sapiens-Sapiens (e qui, accipicchia, come non riandare con la mente alle teorie de-evolutive propugnate dai Devo?)

3. Sindrome da "non ci sono più i xxx di una volta/ai miei tempi sì che"
Questa è indubbiamente la peggiore. Subdola e maligna, si impadronisce di - più o meno - chiunque, intorno al giro di boa dei 50 anni.
Combinata con le due precedenti, ti porta non solo a sopravvalutare acriticamente qualsiasi cosa sia legata alla tua gioventù (diciamo 15-25 anni), ma anche a disprezzare parallelamente qualsiasi cosa sia invece, anche solo vagamente, "giovane", "nuova" o "moderna".
Le due ultime parole acquistano immediatamente un valore assolutamente negativo, e quasi senza provare vergogna ti viene la tentazione di accusare i "ragazzi d'oggi" di avere tagli di capelli orribili e di vestirsi male ("barbùni e cavelùni").
Cominci a dare valore a qualsiasi cosa ti ricordi i tempi in cui eri giovane davvero: ormai non puoi più illuderti di esserlo ancora, e allora partono rimpianti, nostalgie ed invidie (se sei intellettualmente onesto, ovvio; se no puoi continuare a far finta di essere ancora un "ragazzo")
Il valore intrinseco della "cosa" (che può essere un 45 giri di Patrick Juvet o gli LP dei Led Zeppelin, il Fantic Caballero 50 Regolarità Casa 6 marce, il telefilm "Furia", etc.) non ha evidentemente nessuna importanza: era tutto meglio.
Perchè anche le cose "brutte" non erano brutte davvero: erano magari "tenere" e "kitsch" e via scusando.
Mentre quelle brutte e basta, le hai semplicemente dimenticate (o non conosciute, quando il rimpianto si sposta addirittura a tempi che non hai vissuto direttamente).
Corollario irrinunciabile: le cose "moderne" fanno schifo.
Nel migliore dei casi, spazzatura.

Ho letto, in questi mesi di frequentazione dei blog, diverse argomentazioni sui "giovani" e sulla "musica moderna" che mi hanno causato forti bruciori di stomaco.

Ho letto che il movimento "mod" (i "modernisti"! Quelli che si opponevano alla tradizione e davano valore ad ogni cosa nuova!) adesso trova il futuro nel passato, recuperando e guardandosi indietro, con un elegante ribaltone di 180 gradi rispetto alle idee originali.
I mod di oggi sono vecchi consolidati che apprezzano solo quello che era nuovo 50 anni fa.

Ho letto cose assurde su vinili, cd e mp3, ma anche su libri e libri elettronici.
Discussioni sulla superiorità tecnica del vinile rispetto al cd (vedi sopra).
Discussioni che sostengono l'assoluta superiorità della carta sul formato elettronico, tenute in formato elettronico sul web!...

Ho letto accorate lamentele sui "giovani d'oggi" che non sono mica come eravamo noi alla loro età, eh no! Noi si che etc.
Ho letto le stesse cose dette perfino da Pier Paolo Pasolini (!) che si lamentava della pochezza dei "giovani d'oggi". Che, visto quando si lamentava, sarebbero i 50/55-enni di adesso, quelli che "noi si...".

E ogni volta mi vengono in mente due cose:
1. L'aforisma di Bernardo di Chartres "siamo nani sulle spalle di giganti", che è del XII secolo.
Se già loro si ritenevano nani, noi oggi cosa siamo?
2. Chi ha fatto il classico (o lo scientifico) dovrebbe essere venuto in contatto con "Le Bucoliche" di Publio Virgilio Marone (quello dell'Eneide), scritte nel 38 a.c.
Vi si parla dei buoni vecchi tempi, dei pastori dell'Arcadia, dell'età dell'oro, di quanto tutto era meglio "prima"... e sul modello degli "Idilli" di Teocrito (270 a.c.) che a sua volta si era ispirato etc. etc.

Dopo tutti questi anni, siamo ancora lì.
Arriviamo a 50 anni e scopriamo che le cose migliori in assoluto, in tutti i campi, sono già state fatte.
Invariabilmente, più o meno 25/30 anni prima. Dopo, solo rimasticature e decadenza.
Quindi le cose migliori della musica rock sono state fatte, a seconda dell'età dell'interlocutore, negli anni '50 da Presley e co., oppure dai Beatles e dai Rolling Stones nel 1965, dai Genesis nel 1972 o da David Bowie nel 1973, dai Clash nel 1977 o dai Joy Division nel 1980, e via di seguito. L'importante è aggiungere sempre che, dopo, è tutta spazzatura.

E siccome "noi" che abbiamo più o meno 50 anni adesso siamo "quelli del rock", che in teoria erano contro la banalità e l'establishment, mi viene una grandissima tristezza a vederci trasformati nell'equivalente brontolone dei "matusa" di quando eravamo giovani noi, che a loro volta etc.

In sintesi, le tre sindromi si possono riassumere in una sola parola: rincoglionimento.
Dio volendo, spero di risparmiarmelo (e non vale scrivere nei commenti che non ho motivo di preoccuparmi perchè ci sono già...)

23 commenti a "I pastori dell'Arcadia e la musica moderna"

  1. brazzz dice:

    bè..sai come la penso..sottoscrivo in toto quel che hai detto..per quel cheriguarda la sindrome da collezinismo conpulsivo ossessivo..sto andando esattamente nella direzione opposta..fino a una decina d'anni fa mai mi sarei separato dai miei vinili..ora,che come forse sai vivo solo,tutte quelle centinaia di vinili son allegramente rimaste nella mia vecchia casa..non è il contenitore che fa la qualità,quello è solo un mezzo,e me ne fotto del contenitore..poi se qualcuno vuol farle diventare delle icone,faccia lui..riguardo a "era meglio prima",poco da dire..tutti ci cascano.idealmente somno molto legato a un preciso periodo,lo sai..ma pur essendlo,sai anche che a me interessa solo sentire musica che mi dia un senso di novità,di non già sentito..di conseguenza viva i joy division, ma viva anche che ne so i 200 gruppi nuovi che mi fan sentire cose proietate in avanti..sul collezionismo di rare ristampe di vinile color rosso sangue o giallo vomito..mkadio santo,capire che son prse per il culo è tanto complesso?bò?
    detto questo..e trovando incomprensibile che a qualcuno piaccia il boss e le sue rotture di palle( e così salviamo un cucciolo di lontra oggi) ti saluto..ah..il post è favoloso..ciao amico

  2. hey non vale ricicli i post! mi hai fatto ridere anche stavolta però :-)

    adesso non ho tempo però io sono giunto a qs conclusione che reputo molto azzeccata - ma anche no.

    per quanto riguarda la musica, è un dato di fatto che i dischi migliori si facciano da giovani. bob dylan o i mebri dei beatles o gli stones e insomma tutti quanti dai, tutti i loro capolavori sono stati incisi prima dei 30 anni. poi si fa del mestiere più o meno buono.

    èer cui mi sembra automatico che si rimpiangano dischi di 30 o 40 anni fa.

    i giovani d'oggi, be' li giudicheremo quando avranno compiuto 50 o 70 anni anche loro

  3. andrea dice:

    Direi che la tua è un'analisi che, come direbbe Keith Richards, colpisce nel segno.

  4. Hey Allelimo, mi è piaciuto il post. Anch'io non ho tempo per commentare tutto però vorrei dire questo sui vinili:
    ... comprare un album usato non è solo un gesto di decrescita ... ma c’è anche il piacere di dare nuova vita ad un oggetto appartenuto ad un altra persona, come una cane abbandonato che ha trovato un nuovo padrone.

    Concordo con te sul discorso contenitore/contenuto il marketing discografico ci sguazza con i collezionisti, se penso a qualche amico che ha l'inverosimile fra boxset, vinili 180gr ecc.

    E non so per quale dannata associazione d'idee le parole di Brazzz su " ristampe di vinile color rosso sangue o giallo vomito " mi fanno venire in mente che l'album del 1984 dei Wretched Libero Di Vivere / Libero Di Morire era in vinile giallo urina.

  5. Harmonica dice:

    bah, io i cinquantenni che si illudono di stare al passo con i ggiovani li riassumo in una sola parola: patetici.

  6. per quanto mi riguarda, ancora oggi, quando trovo qualche bella uscita musicale mi riesce nell'impresa di chiudere gli occhi e lasciarmi trasportare in altri luoghi in altri ecc. ecc.
    forse è solo questione di capire se si ha ancora voglia di sognare, perchè la musica ha sempre avuto questo immenso potere.
    o forse perchè ai miei 50 me ne manca ancora qualcuno.
    saluti a tutti.
    gianni

  7. brazzz dice:

    harmonica
    non è questione di stare al passo coi giovani,non c'entra nulla..non è il fatto di doversi sentir giovani,non c'entra nulla un'altra volta..è solo il fatto di cercar di spiegare cosa si cerca e si vuole dalla musica,o dal cinema..o dalla vita in genere..cosa trovi di patetico nel desiderare di andare avanti,nel mantenere una certa curiositàe desiderio di scoprire cose nuove?

  8. Lucien dice:

    Alle, condivido il tuo ragionamento come pure l'affermazione di Vites riguardo il fatto che spesso le cose migliori in musica siano state fatte da artisti al di sotto dei trent'anni.
    Sui cinquantenni che vestono e cercano di stare al passo con i giovani, la penso come te Harmonica, ma questo concetto non centra niente con l'ascoltare ed apprezzare gruppi che non c'erano 20 o 30 anni fa e che oggi fanno buona musica. Giusto per fare un esempio Win Butler (Arcade Fire) ha 30 anni e quando è uscito "Funeral" ne aveva 24.

    Della sindrome da collezionismo ossessivo-compulsivo sono stato vittima più da giovane, ora ne sono uscito, ma guai a chi tocca le mie collezioni del Cannibale, Frigidaire, Alan Ford e tutto Magnus; e anche (ovviamente) i vinili! :)

  9. allelimo dice:

    Post riciclato, ma no, al limite ho ribadito concetti già espressi in altri post e in altri commenti sparsi su blog vari...
    Il discorso si poteva fare in modo serioso o in modo leggero, ho cercato di rimanere leggero così magari qualcuno riesce a sorridere.

    Per quanto riguarda la conclusione di Paolo, sono completamente d'accordo a metà.
    Ovvero, vedo tre casi differenti:

    1 - La tesi fondamentale del post è che non è vero che tutto sia già stato detto 20/30/40/xx anni fa da chi volete voi.
    In questo preciso istante altri stanno dicendo cose altrettanto nuove di quelle che ha detto Presley negli anni '50 o i Clash negli anni '70, ma non conosciamo ancora chi lo sta facendo, o magari lo conoscono in pochi.
    Esattamente come pochi conoscevano Presley e i Clash quando hanno cominciato.
    E di questo qualcuno, si sta probabilmente dicendo che "ah ma questa non è musica, dai!" esattamente come si diceva del rock'n'roll o del punk. E anche di Beethoven, se è per questo.

    2 - E' vero che i dischi migliori si fanno di solito a 20 anni, ma non è una regola, mi sembra più una conseguenza derivante dalla trasformazione della tua passione in mestiere.
    Con tutte le semplificazioni dovute alla sintesi, quando cominci a suonare vuoi spaccare il culo al mondo, e cerchi di fare esattamente quello che vuoi tu.
    Dopo qualche anno, se hai avuto un minimo di successo, hai trasformato la musica da "passione" a "mestiere".
    Ci devi vivere suonando: pagare la luce ed il gas, la spesa, la scuola dei figli, etc.
    E allora, non è poi strano se cominci a pensare, anche incosapevolmente, che forse un'arrangiamento un po' più orecchiabile, un paio di pezzi anche meno sentiti, una concessioncina qui e una là, se ti portano dieci dischi venduti in più...

    La cosa veramente strana è quando a questi compromessi si sottopongono anche quelli che, per status, reputazione e conto inbanca, potrebbero fare qualsiaisi cosa volessero: Paul McCartney, i Pink Floyd, Springsteen, Clapton. Ma qui direi che gioca un certo ruolo il rincoglionimento di cui si parlava nel post. Mica sono immuni, i musicisti...

    3 - Per alcuni, non molti ma esistono, i lavori migliori non sono i primi.
    Succede molto più spesso a chi della musica non ha fatto la sua professione principale, "limitandosi" a viverla come passione.
    Se il tuo primo pensiero non è pagare il supermercato con i dischi venduti, spesso con gli anni riesci a fare cose più interessanti di quando eri più giovane, perchè hai più esperienza, in tutti i sensi.
    E l'energia, anche: quella la perdi solo "consapevolmente", nel caso 2)

    Esistono anche rarissimi casi di musicisti di professionisti che decidono di vendere meno dischi pur di continuare a fare esattamente quello che vogliono.
    Esempi, pochissimi: David Sylvian, Mark Hollis (dei Talk Talk), Scott Walker. Al momento non me ne vengono in mente altri.
    Tranne i Beatles, ovviamente :)

  10. allelimo dice:

    Comprare un album usato, nulla in contrario, anzi. Se in epoca pre-web e pre-lavoro ho potuto ascoltare una discreta quantità di musica è stato solo perchè a Milano c'era una buona quantità di negozi di dischi usati. Dove per dischi e album si intende, indifferentemente, vinile o cd.
    Discomane, Metropolis 1 e 2, Rossetti, Vinyl Magic, il reparto usato di Psycho e delle varie sedi del Libraccio.
    Ma solo se costa meno del nuovo: se devo pagare 250 euro per un vinile raro di chiunque, no grazie.
    Ho anch'io ancora in giro vinili rosa dei 2+2=5 o trasparenti dei No-Strange o picture-disc dei Cccp. Ma quando li ho comprati costavano come l'edizione "normale" (o erano l'edizione normale), adesso preferisco di gran lunga scaricare il flac che suona identico al cd (e meglio del vinile) che spendere un centinaio di euro per l'originale.

    I vinili 180 gr. quello sono e quello meritano di essere: venduti a peso.
    "Mi dà un'etto e mezzo di Springsteen?"
    "E' venuto un quasi due etti, tolgo o lascio?"
    "No, lasci, pure, va bene lo stesso, quant'è?"


    Harmonica: i cinquantenni che fanno finta di essere ancora giovani, patetici sì. C'è già scritto nel post (paragrafo sulla Sindrome da "non ci sono più i xxx di una volta/ai miei tempi sì che")
    Io ho scritto una cosa in tono leggero, ma stavo parlando di questioni che mi sembrano abbastanza serie. Se tu preferisci ridurre il tutto ai "cinquantenni che vogliono far finta di essere 'ggiovani", va bene lo stesso.
    Nè mi sembra di aver detto che i cinquantenni devono vestirsi o tagliarsi i capelli come i ragazzini, anche perchè mica tutti ce li hanno ancora, i capelli :)
    Come già detto da altre parti, aggiungo che secondo me è giusto continuare a mettere le mani nella merda per cercare le perle. Cosa c'entri questo con far finta di essere giovani o essere patetici, mi sfugge.

  11. Harmonica dice:

    Sul discorso del feticismo riguardo ai cofanetti, edizioni speciali ed oggettistica varia siamo d'accordo, è un modo come un'altro per spillare soldi facendo leva sulle debolezze dei fans. Mi sembra di averlo detto anche sul mio blog. Sul fatto che ci sia qualcuno che sta facendo cose nuove, siamo d'accordo. Meno d'accordo sul fatto che siano opere fondamentali, sia a livello musicale che come impatto nella società come lo sono stati quelle già passate alla storia e che conoscete più o meno tutti. Pur apprezzando gente come gli Arcade Fire o i Radiohead, tanto per citare due gruppi portati ad esempio di rinnovamento musicale, beh mi sembra che stiano battendo sentieri già conosciuti. Le novità degne di essere chiamate così mi sembra che arrivino tutte o quasi dal versante della musica elettronica, ma per alcuni il sentire ritmi in 4/4 è come parlare del diavolo.
    Come pure i maghetti del drone e di chi infarcisce i dischi di feedback non mi sembrano tanto nuovi; c'è chi lo faceva meglio.
    E poi, per me, non c'entra un cavolo dire "ami quei dischi quei cantanti quei gruppi perché ti ricordano di quando eri giovane". Ma che discorso è ?!
    Allora mia figlia e i suoi amici che passano le serate ad ascoltare i Beatles e i Led Zeppelin come li etichettiamo? Colpiti da sindrome da de-evoluzione?
    Non sarà che quei nomi hanno ancora qualcosa da dire per chi oggi ha 16 anni? E se ascoltano quei dinosauri non sarà che hanno trovato in loro qualcosa di originale che gli artisti di oggi non hanno?
    brazz, giusto andare avanti ed essere curiosi, ma viene normale paragonare le cose del passato a quelle odierne e sinceramente la bilancia pende verso le prime.
    Alle hai citato giustamente Scott Walker, Mark Hollis e David Sylvian. "The drift", "Spirit of Eden" e "Secrets of the beehive", trovami dei dischi così prodotti negli ultimi cinque anni e ti pago una bevuta.

  12. La tua analisi junghiana resta in piedi se ti riferisci alla musica in generale.
    Se vai nei generi e nei sottogeneri invece si sgonfia come un sufflè.
    Come poter pensare che nel Progressive (tanto per dirne uno, ma vale anche per il Country) non sia davvero già stato detto tutto?
    Diciamo che il Rock è stato sostituito, nel cuore dei giovani anagrafici di oggi, da altri generi. Hip Hop, Elettronica, e via andare.
    Diciamo che il Rock non è più uno "stile di vita" ma solo una rappresentazione.
    Diciamo tante cose ma non basta dire che a 50 anni si è dei nostalgici.
    Certo che lo si è, ma in senso soggettivo, solo per invidia.
    Pensando ahimè "ai bei tempi andati", mica "alle belle cose che c'erano nei bei tempi andati".

  13. brazzz dice:

    appunto,il rock non è più uno stile di vita perchè,inteso come chitarre e sudore non ne ha da dare da un pezzo..io parlavo di musica in generale..che si chiami hip hop,industrial,dub,etnica..quel che vi pare..i ragazzini che ascoltano zeppelin e che ne so,genesis..è un fatto di contesto, di storicizzazione..e anche di facilità..di immediatezza..sono suoni comunque nell'aria da 30 anni e più,facilmente assimilabili...

  14. anche io sono metà d'accordo conme stesso. ma non sarò mai d'accordo con il fatto che un flac o un mp3 abbia la stessa qualità sonora di un brano di un disco. e neanche di un cd, che il digitale rovina e di tanto la qualità sonora.

  15. Paolo shhh.....siamo tutti d'accordo con te ma per favore non lo dire ad alta voce che Alle attacca la solfa delle frequenze udibili dall'orecchio umano e tutte le amenità annesse e connesse....:-)

  16. allelimo dice:

    Harmonica, ma tu che c'eri come c'ero io quando è nato il punk e la new-wave, davvero non ti ricordi cosa dicevano "gli adulti" e i "critici" di quel tipo di musica?
    E, se è per questo, di ogni tipo di musica "nuova" nel momento in cui nasceva? Dal jazz al punk, dal rap al drone?
    E credi davvero che i contemporanei di Led Zeppelin e Beatles pensassero di loro le stesse cose che si pensano adesso, 40 anni dopo?
    Mi sembra così ovvio che un disco di 40 anni fa abbia una prospettiva storica che un disco di ieri non può ancora avere.

    Cosa c'entra il fatto che tua figlia apprezzi i Beatles o i Led Zeppelin con tutto il discorso? E' ovvio che sono grandi gruppi e che hanno cose da dire anche a chi ha 16 anni adesso.
    Non ho detto da nessuna parte che la musica "non moderna" sia spazzatura, anzi: il mio disco preferito in assoluto è sempre "VU&N" del 1967, e mi piace moltissima musica dal 1960 in avanti.

    Non riesco a capire quale sia la ragione per cui non vuoi a nessun costo riconoscere che le stesse identiche cose che stai sostenendo tu a porposito della "musica moderna" sono state sostenute da sempre e da tutti a proposito di qualunque fosse la "musica moderna" del momento, compresa quella che tu adesso ritieni essere l'espressione massima non più superabile della musica.

    Poi, quando si parla di questioni tecniche, parliamone con un minimo di cognizione di causa: i "ritmi in 4/4" appartengono al 99.9% della "popular music", dal blues in giù, è tutto in 4/4.
    Quando c'è una canzone "in tempi dispari" è un'eccezione, e se non te lo dicono giurerei che non te ne accorgi.
    Citami pure cinque canzoni famose in tempi dispari e ne riparliamo...


    Per la visione anti-storica del "tutto è stato detto", contenti voi.
    Viene fatto da sempre, da chiunque e a proposito di qualunque argomento: è la storia stessa che dimostra quanto sia una stupidata.
    Se preferite chiudere gli occhi e crogiolarvi nel calduccio del "tutto è stato detto", fate pure.

    Non mi sembra di avere fatto un discorso di generi, ma di "musica" in generale, e più in particolare di "popular music" (segue post sull'argomento, ma per chi ha già letto il libro di Franco Fabbri il concetto dovrebbe essere chiaro), e qui Country, Progressive e Hip-hop hanno molte più cose in comune tra di loro che differenze.

    La differenza tra i bei tempi andati e le belle cose dei bei tempi andati, caro DiamondDog, la vedi solo tu: in entrambi i casi si sta rimpiangendo il fatto di non avere più vent'anni.
    Legittimo, ma questo non dona nessuna qualità speciale al tempo in cui "tu" avevi vent'anni, se non quella di aver avuto vent'anni.


    Digitale ed analogico, che vi devo dire, avete ragione voi.
    E' un vero peccato che siano stati inventati i cd e gli mp3: i dischi in vinile erano il mezzo perfetto per ascoltare la musica: comodi, indistruttibili, e con una qualità sonora superiore.
    Speriamo che prima o poi tutta la robaccia digitale venga messa fuori legge: è un vero peccato dover ascoltare la musica così male.

    Curioso che le spiegazioni tecniche ed oggettive vengano considerate "solfa" ed "amenità" se vanno contro quello che ci piace credere: molto meglio credere alla magia e alle spiegazioni patafisiche, che non mettono a rischio la tranquillità delle nostre convinzioni soggettive.

    Ci sarebbe una storia (tecnica, e quindi "solfa amena", vabbè...) che prima o poi racconterò su come sono state realizzate le matrici "analogiche" del 99,9% dei dischi in vinile a partire dai primissimi anni '70.
    Ma non preoccupatevi: si possono sempre chiudere gli occhi e proclamare che il digitale rovina la qualità sonora, non è neppure necessario fornirne una dimostrazione, perchè tanto siamo tutti d'accordo :)

  17. Hey Allelimo io mi sto facendo nuove conoscenze qui e quindi mi piacerebbe leggere su "come sono state realizzate le matrici "analogiche" del 99,9% dei dischi in vinile a partire dai primissimi anni '70." Scusate il "gancio" mi diverto a leggere questi commenti, sarà che ho 42 anni...

    A proposito aspetto ancora il post sui Breathless!

    e oggi Viva John Lennon!

  18. smirnof dice:

    il contenuto, è il contenuto che conta, flac vinile radio musicassetta quello che conta è la musica non il suono, ognuno poi ha la sua idea di ascolto ideale ma non riduciamo la musica a far gara a chi ce l'ha più lungo, dai.

  19. Qua ti sbagli Alle.
    Io rimpiango i miei "bei tempi andati" ossia la mia giovinezza. Che non tornerà, non ritornerà più, battiatamente parlando.
    Non rimpiango invece in genere "le belle cose dei bei tempi andati", tendo in questo caso ad essere un progressista e se non esiste più il Sinclair o l'Atari 128 è solo meglio. La stessa cosa vale per la tecnologia in generale e per tutte le cose oggettive.
    Il mio è un rimpianto EMOZIONALE, con tutti gli orpelli annessi e connessi. Ma te sei troppo impegnato a far prevalere la ragione sul cuore per rendertene conto.

    Vedi il discorso vinile / supporti fonografici moderni.
    Non mi interessa se la qualità sonora sia meglio, peggio, con meno wow & flutter e così via.
    A me dispiace che si sia perso il contatto "fisico" e spirituale con l'oggetto disco e non c'entra l'età non c'entrano i rimpianti non c'entra appunto la ragione. E' una questione di cuore.
    Permetti al cuore degli altri di ragionare come meglio gli aggrada o vuoi spiegarci anche questo?

  20. allelimo dice:

    DiamondDog: non ho capito, dov'è che ho sbagliato? Mi sembra di aver scritto esattamente quello che dici tu:
    "La differenza tra i bei tempi andati e le belle cose dei bei tempi andati, caro DiamondDog, la vedi solo tu: in entrambi i casi si sta rimpiangendo il fatto di non avere più vent'anni.
    Legittimo, ma questo non dona nessuna qualità speciale al tempo in cui "tu" avevi vent'anni, se non quella di aver avuto vent'anni."

    E comunque mi sembra un aspetto secondario del discorso che si stava facendo.

    Emozione e ragione, boh, sarà.
    Non mi sembrano due cose così in contrasto come dici tu.

    Per il "contatto fisico e spirituale con l'oggetto disco": se tu pensi seriamente che questo dipenda da un pezzo di plastica fatto su in un pezzo di cartone, e non da quello che c'è dentro, qui non è nè ragione nè emozione nè cuore. Mi arrendo.
    Poi magari mi spieghi come facevano ad avere questo "contatto spirituale" gli sfigati vissuti prima dell'invenzione del disco in vinile (1950 circa)

  21. Harmonica dice:

    Money-Pink Floyd in 7/4
    Firth of Fifth-Genesis in 13/16
    Dance with the moonlight knight-Genesis in 3/4
    La garrota de Ipanema-Jobim in 2/2
    Stairway to heaven-led zeppelin 3/4,4/4,5/4,4/4,7/8 e 4/4..
    il liscio di casadei, quasi tutto in 3/4
    :oPPPP

  22. Harmonica dice:

    alle mi sembra che facciamo a non capirci.
    ricordo bene quello che i matusa dicevano a proposito del punk, e qui devo darti ragione.
    però secondo me il problema oggi non si pone, o perlomeno va messo in un altro modo. dal punto di vista mainstream c'è poco da dire, si ripercorrono strade che una volta erano "nuove" e adesso sono solo rimasticature fatte male il più delle volte, piacevoli da ascoltare in chi ci mette cuore, passione e rispetto per il rock passato. Sulla musica così detta nuova, mah, sarò come i matusa di allora, o è talmente sottotraccia che nessuno se ne accorge o è talmente anonima da non avere nessun impatto sul sociale come quella "dei good ol' time". o forse bisogna rivolgersi ad altri suoni che non siano "rock".

  23. allelimo dice:

    Ma no, io non direi che facciamo a non capirci: mi sembra di capire benissimo che secondo te nella musica moderna manca qualcosa, non trovi più quello che trovavi nella musica di quando eri giovane.

    Secondo te, questo capita per ragioni "oggettive", legate alla scarsa qualità della musica moderna
    Secondo me dipende solo da ragioni soggettive: le rimasticature dipendono da quello che tu ascolti e ritieni essere musica moderna.
    E' una cosa che si ripete, sempre uguale, dalla notte dei tempi.
    E sono d'accordo con te: mi spiace, ma sei come i matusa di allora, quelli che ci dicevano di tagliarci i capelli e vestirci bene e piantarla di ascoltare quei rumori lì che non sono mica musica.

    E' stato detto lo stesso, in perfetta buona fede, di tutta la musica, mano a mano che veniva creata la "musica nuova".
    cerca sul web cosa pensavano di Beethoven i suoi contemporanei, o cosa si diceva del jazz negli anni '20, o del rock'n'roll negli anni '50, o del punk negli anni '70.
    Se tu credi sinceramente che la storia si sia fermata proprio adesso, beh, l'hanno già creduto così in tanti prima di adesso, e sono stati regolarmente smentiti dalla storia stessa, che io, sinceramente, non riesco a crederci :)

    Per i tempi dispari, sei stato bravino a fare la ricerca sul web, purtroppo direi che:
    1 - "Garota de Ipanema" non è esattamente "rock", ma va bene lo stesso. Però la differenza tra 2/2 e 4/4, beh ti prego spiegamela tu che io in tanti anni non sono ancora riuscito a capirla.
    2 - il liscio di Casadei, si certo, è tutto in 3/4. Come il Valzer. Ma cosa c'entra qui?
    3 - I Genesis, certo, facevano della complessità delle parti strumentali uno dei loro amrchi di fabbrica.
    Peccato che i 13/16 (e 15/16 e 2/4) ci sono solo nell'introduzione di pianoforte di "Firth of Fifth".
    Mentre "Dancing...", non so proprio dove tu abbia sentito i 3/4.
    4 - Money e Stairway to Heaven, ok, sono in tempi dispari.
    Mi sembra che tu abbia dimostrato però quello che dicevo io: la popular music è in 4/4, tutta. Con alcune, rarissime eccezioni :)

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