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Franco Fabbri - Around the clock: una breve storia della popular music

Letto qualche settimana fa, "Around the clock - una breve storia della popular music" di Franco Fabbri è un bellissimo libro.
Bellissimo perchè contiene un gran numero di spunti interessanti, limitandoci a quelli più evidenti:
1 - La definizione di "popular music" come contenitore per tutta la musica non "accademica" e non "tradizionale".
2 - Il rifiuto di applicare giudizi di merito/valore all'interno delle definizoni delle categorie musicali.
3 - Le musiche che fanno parte della "popular music": Tin Pan Alley, tango, napoletana, fado, flamenco, rebetico, blues, jazz, chanson e mille altre, e lo strano prevalere "reputazionale" del jazz, dal punto di vista tecnico ed originativo per nulla diverso o "migliore" delle altre musiche.
4 - La parte tecnica: strofa, ritornello e bridge sono stati formalizzati già dai compositori di Tin Pan Alley!
5 - La parte "industriale", con la crisi della vendita dei dischi conseguente all'invenzione della radio, altro che il web!
6 - La parte che racconta il rapporto tra radio e pagamento dei diritti discografici in USA, il conseguente "sciopero" delle radio verso la musica di Tin Pan Alley e il rivolgersi alle musiche "altre" (non facenti parte dell'associazione che si occupava dei diritti all'epoca) che ha portato alla "morte" di Tin Pan Alley e allo sviluppo di un mercato di musiche nuove.
7 - La nozione di "musica per altoparlanti" che accompagna tutta l'industria discografica (dai grammofoni alla radio, dai walkman agli iPod, dai mangiadischi agli Hi-Fi esoterici)
8 - La visione della musica come evoluzione: evoluzione della musica stessa, dei generi, dei modi di ascoltarla e di riprodurla, dei modi di commercializzarla, dei modi di fruirne. Senza demonizzare nè idolatrare il "nuovo", ma cercando di capirlo e di inquadrarlo in una storia che ha ormai più di cento anni.

Bellissimo anche perchè Franco Fabbri è uno che conosce davvero quello di cui scrive: già componente degli Stormy Six e mille altre cose che potete trovare elencate sul suo sito.
Musicista e musicologo, lo leggo da quando scriveva su "Fare Musica", una rivista che parlava di strumenti musicali dando però grande importanza anche alla musica.
Ricordo un articolo sull'uso creativo del delay che mi è utile ancora adesso, più di venti anni dopo, e il pezzo sul "taglio" di Strawberry Fields che mi aveva (musicalmente) sconvolto, facendomi rendere contemporaneamente conto di quello che era possibile fare registrando la musica, e di quanto fossero stati "avanti", in tutti i sensi, i Beatles.

Tanti spunti, quindi: cercando di evitare il plagio o il semplice riassunto del libro, vorrei partire da questi per cercare di approfondire quegli argomenti che a me sembrano più interessanti; promessa o minaccia che sia, proverò a farlo con i prossimi post.

6 commenti a "Franco Fabbri - Around the clock: una breve storia della popular music"

  1. la parte 5 mi interessa davvero cmq il libro è sicuramente bello, fabbri è una garanzia. ricordo quando i discografici dicevano che le cassettine a nastro uccidevano il mercato perché la gente si registrava i dischi e non li comprava più.

  2. allelimo dice:

    "Home taping is killing music", ci facevano pure le campagne di sensibilizzazione, proprio come per il download...
    Dalla parte 5, mercato discografico USA, dati in milioni dollari:
    1921: 106
    1933: 6
    Nel mezzo era stata inventata la radio, altro che la crisi causata dal web e dagli mp3.

  3. quello spot non lo conoscevo, stupendo.

    sì la radio, però bisogna anche tenere conto che nel 1929 comincia la grande depressione e la gente non aveva molti soldi per spenderli in dischi. un po' come adesso

  4. allelimo dice:

    Home taping is killing music su wikipedia, a dimostrazione che i manager dell'industria musicale sono e sono sempre stati dei cazzoni.

    La crisi del '29, certo, ma soprattutto la radio commeriale, che nasce negli USA nel 1920.
    1921: 106
    1922: 92
    1923: 79
    1924: 68
    1925: 59
    ...
    1929: 75
    1930: 48
    1931: 18
    1932: 11
    1933: 6

  5. In qualche busta dei miei vinili ho stampato lo slogan "Home taping is killing music", bbrrr che paura mi faceva!

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