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Nick Cave & The Bad Seeds - The first born is dead

Questo è stato il primo disco di Nick Cave che acquistai in una lontana estate del 1985, non propriamente un disco estivo. Ricordo che lo ascoltai e riascoltai per mesi. Fu una sorpresa: suoni secchi, essenziali e incalzanti che colpivano dritti al cuore; una voce carica di dolore, di miseria, di prostrazione e rabbia.
La foto di copertina già ti prepara all’ascolto. Nick Cave ti fissa immobile, le dita incrociate con l’immancabile sigaretta accesa, sembra averti appena intimato un aut-aut ... “Prendere o lasciare”…
La foto è virata in blu o forse è meglio dire in blues …   i solchi di questo vinile sono incisi nella materia della tradizione musicale americana. All’ origine di queste canzoni ci sono malessere, tristezza, rabbia, povertà e frustrazione, stati d’animo dovuti alla situazione in cui si trovava l’autore o che si immedesimasse nei vecchi bluesmen?
Nick Cave scava per cercare le radici della musica nera americana e ha trovato il terreno fertile per raccontare il proprio mondo interiore: storie di ossessioni e del senso di abbandono che si prova in un carcere o del dolore di quando si è lasciati dal proprio amore.
Allora avevo un preconcetto su questo genere musicale, legato a una certa idea di musica “noiosa”, troppo lenta e datata: solo ascoltando questo album ho penso d'aver compreso cosa vuole realmente dire blues. Da questo punto di vista è sicuramente stato per me un disco didattico, di formazione musicale.
L’ album si apre con gli scrosci di un temporale sulla strada per “Tupelo”, la città natale di Elvis Presley. Nick Cave racconta la nascita del “Re”. Improvvisamente tutto si ferma durante il parto. La musica fa da contr’ altare: crea una cupa atmosfera d’ attesa, fino al tragico finale: Elvis era il secondo nascituro di un parto gemellare. L’ incalzante “Train – long suffering” è stata una sorpresa: non immaginavo che i Bad Seeds con chitarra, basso e batteria potessero “motorizzare” “il treno della sofferenza”,  rappresentazione del dolore di un amore finito, mentre Nick Cave canta e sbuffa nella folle corsa del treno – dolore. La canzone del “Wanted man” inizia con la speranza di riuscire a scappare, ma in qualunque posto “un ricercato” fugga, alla fine lo beccano sempre! Cave in “Knockin’ on Joe” canta in prima persona la situazione tragica e i ricordi di un carcerato che ormai non soffre più, dopo tutte le angherie a cui è stato sottoposto, anzi la canzone diventa una preghiera per dimenticare. Molto commovente il ritratto del bluesman cieco ”Blind Lemon Jefferson” che si avvia lento e deciso verso il giudizio finale. “Black Crow King” è un autoritratto di Nick Cave, la tecnica dell’ hand clapping (battimano) si mescola nel gospel più cupo e tenebroso. Tutte le canzoni sono ricche di ritornelli quasi ossessivi.
Difficile scordare questo album.



Nel 2009 l’album è stato rimasterizzato con allegato un dvd di filmati vari (documentari e i video promozionali dell’epoca). Purtroppo la solita manovra commerciale: rimasterizzo un vecchio album e faccio venire la voglia ai fan allegando qualcosa di nuovo o parzialmente inedito, il prezzo del cd non è nella seria economica.

Nick Cave & The Bad Seeds - The first born is dead
1985, Mute Records

3 commenti a "Nick Cave & The Bad Seeds - The first born is dead"

  1. desbela dice:

    Grande album. Anche per me è stato una delle prime cose sentite di ND.

  2. Al tempo leggi la recensione su Rockerilla, anche tu?

  3. Opss mi è scappato un click, non leggi ma lessi ... ;-)

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