Home » , , » Paura della musica

Paura della musica

Nell'agosto del 1979 uscì un disco con una copertina formata per intero da una rete metallica su sfondo nero; in alto a sinistra la scritta Talking Heads - Fear of music: opera fondamentale che preparò il terreno al successivo Remain in Light. Fu questo per Byrne e compagni il vero album della svolta, quello che anticipò le sperimentazioni di My life in the bush of ghosts e gli scenari futuri della new wave più avanguardistica. Il sound dei primi due album delle teste parlanti comincia a mutare e soprattutto a maturare a livello espressivo; i meccanismi creativi della canzone vengono vivisezionati per dare vita forme sonore inedite; entra di prepotenza l'elettronica e si allargano gli orizzonti, ponendo i primi mattoni delle contaminazioni etniche e della world music (Zimbra). Il basso di Tina Weimouth si fa più caldo, pulsante, mentre la chitarra è ormai utilizzata principalmente come strumento ritmico.
Collaborano Fripp (chitarra in Zimbra) e ovviamente Brian Eno con un ruolo sempre più determinante. E' un disco multiforme e proiettato nel futuro, un sorta di anatomia della società post-moderna, dove David Byrne ci accompagna in un viaggio intellettual-musicale nelle nostre nevrosi: a volte alienato (Drugs) a volte frenetico (Cities, Life during war time) oppure ossessivo (Mind); e nell'unica ballata del disco (Heaven) canta: Il Paradiso è il posto dove non succede mai niente. La paura della musica non è mai stata così piacevole e terribile. 
Quali gruppi oggi sono ancora portatori di questo spirito visionario alla ricerca di nuovi confini e orizzonti per la loro musica?

Gadji beri bimbra clandridi
Lauli lonni cadori gadjam
A bim beri glassala glandride
E glassala tuffm i zimbra

Bim blassa galassasa zimbrabim

Blassa gallassasa zimbrabim

15 commenti a "Paura della musica"

  1. allelimo dice:

    Direi che devo proprio ascoltarlo, per me i Talking Heads sono sempre stati "Remain in Light" e poco altro (Psycho Killer, il live "The name of this band...")

  2. Disco fondamentale, a mio avviso per significato e per coraggio addirittura superiore a Remain in Light.

  3. brazzz dice:

    bel post..disco effettivamente decisvo e necessario per arrivare al capolavoro assoluto che fu remain in light..a proposito,caro lucien,fra poco è il trentesimo dal più grande concerto della storia,quello delle teste parlanti a bologna nel tour di ,appunto,remain in light..se dedicassimo qualcosa all'evento?mi pare sia il 19 dicembre,se non ricordo male..che ne dici?

  4. Bel post anche per me, una piccola curiosità rispetto al contenuto musicale, la copertina "formata per intero da una rete metallica su sfondo nero" è in rilievo.

  5. brazzz dice:

    anzi,pensandoci..credo che il 19 pubblicherò sul mio blog un articolo su quell'evento, articolo che pubblicai su una rivista alcuni anni fa..perchè no?

  6. allelimo dice:

    Mah, brazzz, il tuo è un blog di suoni e immagini più che di parole, non mi sembra una buona idea.
    Ci vorrebbe un blog più centrato su articoli di approfondimento legati in qualche modo alla musica, se me ne viene in mente uno ti mando il link... :)

  7. Lucien dice:

    @ Alle:
    Ascoltarlo è un must! :)

    @ Brazz:
    Dai Brazz, scrivilo dove ti pare, ma fallo, visto che hai già una base di partenza. Io ricordo troppo poco ed è una cosa che non mi so spiegare; quasi non saprei da dove cominciare. E' strano perché impazzivo per le teste parlanti, ma vi sono concerti che considero "minori" e che invece ricordo molto meglio. E' vero che è anche passato parecchio tempo e che in quel periodo la sobrietà non era il nostro forte! ;)

  8. Sottoscrivo Lucien, parola per parola. Ascoltandolo si colgono davvero i germogli di Remain In Light, bellissimo :)

    P.S.: la linea di basso di "I Zimbra" è una delle mie preferite in assoluto!

  9. brazzz dice:

    luc..si tratta di fare un banale copia e incolla..d'altronde l'articolo è bellissimo..faccio l'editore,ergo scrivo da dio..eheheh..a parte le cazzate, era un articolo più che altro di impressioni e di come quel concerto avesse cambiato la mia idea della musica..potrei aggiungere una parte più descrittiva, tipo elenco dei pezzi,cose così,anche se mi pare pco interessante..potrei descrivere i miei orgasmi vedendo belew per la prima volta..o anche no,eh?...vedrò..

  10. allelimo dice:

    brazzz: mi è venuto in mente il blog adatto per ospitare il tuo articolo, ti metto qui il link, vedi se ti sembra una buona idea :)

  11. Lucien dice:

    @ Brazz:
    Ecco, uno dei ricordi più vivi è proprio il lavoro pazzesco di Belew alla chitarra.

  12. Marco Pandin dice:

    @ Sull'Amaca: la copertina riproduce un tombino metallico.
    @ Lucien: ho visto/sentito Adrian Belew dal vivo al Bottom Line nel settembre 1983 (poi l'ho visto/sentito anche con Talking Heads e King Crimson), credo sia stato uno dei concerti più stupefacenti, davvero incredibile la distanza tra la performance (stellare, torrenziale, esclamativa... e potrei continuare per altre righe) e il suono e la struttura dei suoi dischi, che trovo più "impaccati" e troppo confezionati.

  13. @ Marco Pandin si, hai ragione ho guardato meglio la copertina è proprio un tombino. Ah la memoria però grazie a questo post ho ritirato fuori l'album. Grazie a tutti.

  14. Anonimo dice:

    "Quali gruppi oggi sono ancora portatori di questo spirito visionario alla ricerca di nuovi confini e orizzonti per la loro musica?"

    Sicuramente non i Vampire Weekend.

  15. @ Lucien solo oggi ho smesso di suonare Fear Of Music, quasi ha rasentato un'ossessione, devo aver paura di questo? ;-)

    E' stato davvero piacevole riascoltarlo a distanza d'anni. Trovo tutt'ora straordinari gli arrangiamenti, le musiche e il cantato di David Byrne.

Scrivi un commento