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Rolling Vietnam


Rolling Vietnam, radio-grafia di una guerra

Di Nicola Gervasini
(Pacini Editore, 184 pgg., 15 euro)


Evviva. Finalmente in Italia si muove qualcosa almeno nel modo di fare libri rock. Questo Rolling Vietnam di Nicola Gervasini, giornalista e appassionato di musica, è l’esempio. Basta con le bio-agio-mono-spacca-grafie che impestano da decenni le librerie. Innanzi tutto, come potrà mai un italiano fare un libro serio su un artista anglo-americano? Ovvio (lo so perché ne ho fatti anche io), copiando qua e là da libri già pubblicati all’estero. Oppure i cento-mila-milioni meglio dischi del rock, o i concerti. Ma non c’è nulla di originale che chiunque conosca un po’ l’inglese non abbia già letto e riletto.

Certo, anche un italiano che parli della guerra in Vietnam appare bizzarro. Personalmente sono così vecchio da ricordare un tg dei primi anni 70 con un servizio dal Vietnam, in cui – ricordo benissimo – si vedeva questo elicottero con a bordo soldati armati di mitra e il giornalista che diceva come “quelli del Nord” avesero appena lanciato una pericolosa offensiva che stava portando guai seri a “quelli del sud”. Siccome da piccolo uno dei miei giochi preferiti era fare “nordisti contro sudisti” (guerra di Secessione americana, secolo XIX) e io ero un nordista fiero e orgoglioso, ricordo che tifai per “quelli del nord”, tranne realizzare qualche anno dopo e più grandicello dopo aver visto i boat people e i campi di rieducazione (lager) che forse quella vittoria non era poi stata quella gran figata di cui cantava anche Eugenio Finardi. Tantè.

Il libro di Nicola Gervasini è un gran bel libro perché piuttosto che analisi socio politico musicale, è una sorta di romanzo rock. Ecco come vanno scritti i libri musicali. Romanzi. Perché non c’è miglior romanzo (dunque anche un po’ ficiton come ogni romanzo) che la musica rock. E Gervasini lo fa benissimo, tenendo un ottimo ritmo, raccontando la storia di un certo David che un giorno trova nella soffitta un vinile degli Almanac Singers – oddio chi erano costoro? – e da lì parta un recupero della memoria, non solo del protagonista, ma di una nazione, l’America. C’è di mezzo il padre di David, scomparso da poco, c’è la guerra in Vietnam e c’è tantissima musica rock, che fu la colonna sonora di quegli anni tragici e appassionanti.

Ecco perché una radio-grafia. Perché leggere questo libro fa venire voglia di correre a mettere su quei dischi che hanno raccontato quegli anni. Come ascoltare una radio. E Gervasini traccia senza perdere un pezzo (lo sapevate che Daniel di Elton John parla di un reduce del Vietnam?), una citazione, un passaggio storico-musicle. Un libro che è un juke box, un jukebox che è un romanzo. Good job.(Il libro è impreziosito da una introduzione del cantautore americano Willie Nile e una dell'italiano Massimo Priviero).

5 commenti a "Rolling Vietnam"

  1. Grazie del post, concordo con te che le librerie sono colme di libri biografia inutili. Mancano delle opere diverse, magari critiche.
    Questo libro mi incuriosisce, vedrò di recuperarlo.

  2. allelimo dice:

    "Consigliato" alla mia biblioteca, sembra interessante.
    Una delle cose che ho rinunciato a comprare da tempo sono i libri, preferisco prenderli in prestito dalla biblioteca pubblica e poter così leggere tutto quello che mi interessa.
    Certo, così mi mancano i mucchi di oggetti transizionali che per molti sembrano più importanti dei loro contenuti, ma per me va bene così... :)

  3. io invece compro i libri come i dischi, per avere degli oggetti da tenere in bella vista a prescindere dai contenuti :-)

  4. allelimo dice:

    Eheh, ma la mia libreria è già piena da tempo, in ogni caso dovrei fare spazio ai libri nuovi spostandone altri in cantina...
    Seriamente, preferisco comprare solo quello di cui altrimenti non potrei usufruire.
    Per il momento ho rinunciato a libri (biblioteca) e riviste (web), continuo a comprare giornale e dischi (ma questi solo dopo averli pre-ascoltati via download)

  5. Devo essere sincero, anch'io come Allelimo sfrutto il sistema bibliotecario provinciale, che devo dire funziona molto bene da noi. Ho un libreria stracolma di libri e con quello che costano sono un po' in difficoltà a comprarne di nuovi. Generalmente acquisto quello che ritengo indispensabile come libro, molte volte suggerisco l'acquisto alla biblioteca che male non fa!

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