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Wilkinson e il concerto di Patti Smith

Wilkinson aveva un'età tra i 40 e i 50 anni, era basso di statura e corpulento, portava barba e capelli lunghi ma l'abbigliamento era sempre molto curato, con un tocco di classe dato dai cappelli a tesa larga che quasi sempre indossava. Una vera icona rock che tutti i giorni percorreva il marciapiede del corso principale facendo tappa metodicamente in tutti i bar a bere superalcolici, fottendosene di tutto e di tutti. Un po' ci metteva soggezione, ma era diventato l'idolo di noi giovinastri per i suoi show  improvvisi ed esilaranti. Di giorno solitamente parlava poco, forse perché troppo impegnato nell'opera di autodistruzione etilica e se si rivolgeva a qualcuno, non lo faceva per dialogare, ma per esprimere un concetto o un ragionamento non sempre di facile interpretazione. Una frase ermetica diventata storica fu quella che pronunciò verso di me una volta che lo incrociai sulla porta del bar: - Ti ricordi quando eri di plastica? 
Un po' più pesante fu l'invettiva che un pomeriggio urlò rivolto al prete, vedendolo passare: - Le suore le abbiamo già chxxxxxe tutte, adesso vogliamo incxxxxxe i preti. Eravamo seduti all'esterno del bar e l'imbarazzo fu totale, ma tutti lo conoscevano e lo tolleravano, tanti lo avevano in simpatia. Con il passare degli anni la sua camminata si fece sempre più lenta e strascicata, il respiro affannoso; l'alcol lo stava devastando e probabilmente fu proprio in quel periodo, quando fu obbligato a ridurne il consumo, che cominciò a soffrire di delirium tremens. Fu visto e sentito mentre urlava guardandosi attorno: - Wilkinson dove sei? Lo so che sei venuto a uccidermi. Chissà da quale incubo era uscito il suo uomo. Brutta bestia l'alcolismo.
Quando era ancora in forma ogni tanto lo si vedeva sfrecciare con il Cavalcone, il motore da cross che ben presto gli venne requisito. Finì nelle cronache locali perché un giorno, senza essere visto, salì su un furgone del latte, lo mise in moto e partì. Poco dopo fu avvistato e inseguito dalla polizia sulla strada per Bologna. Vistosi raggiunto, accostò il furgone, scese e tentò la fuga nei campi. I poliziotti, una volta che l'ebbero catturato e identificato, capirono subito che non era un furto "normale" e quando gli chiesero il motivo del suo gesto, rispose che l'aveva fatto perché doveva andare al concerto di Patti Smith. Il giorno dopo sulla cronaca del Resto del Carlino:
"RUBA FURGONE DEL LATTE PER ANDARE AL CONCERTO DI PATTI SMITH".
Chissà cosa gli era scattato. Probabilmente qualcuno gli aveva detto che ci sarebbe andato e in ogni caso, con la fame di concerti che c'era in quegli anni, fu un evento da non perdere. Quella magica sera a Bologna c'ero anch'io: fu il mio primo concerto; per Wilkinson fu solo un goffo tentativo di fuga dai suoi demoni, che però contribuì a rendercelo ancora più simpatico.
Ci eravamo affezionati e la sua presenza accompagnava i nostri pomeriggi di studenti svogliati e le calde notti estive, quando si tirava tardi davanti al bar già chiuso. Spesso si affacciava e, quando era in forma, cominciavano discussioni surreali sui massimi sistemi. Quasi mai veniva preso in giro, perché in fondo lo sentivamo come uno di noi, poco inclini ad integrarci nella monotona vita di provincia. Qualche stupido ogni tanto ci provava, ma Wilkinson aveva una specie di radar: con calma e compostezza, chiudeva gli scuroni e con un cordiale "buonanotte ragazzi" usciva di scena; un vero loser di classe. Una sera vedemmo del fumo uscire dalla finestra e poco dopo arrivarono i vigili del fuoco: Wilkinson aveva dato fuoco al letto. "E brusa ben parò" fu il suo secco commento.
Se ne andò per sempre versò la metà degli anni '80. Amici di un gruppo rock locale composero e gli dedicarono una canzone. Chissà quale splendida poesia in musica avrebbe saputo comporre Faber se lo avesse conosciuto.

5 commenti a "Wilkinson e il concerto di Patti Smith"

  1. Bel racconto di vita. Pace all'anima sua.

  2. Personaggio poetico e surreale.
    Ma dolcissimo.
    C'è chi diventa vascorossi e chi diventa wilkinson.

  3. Anonimo dice:

    erano anni che non pensavo a lui , ed è stato emozionante ripensare alle serate passate davanti al Cappellano spregiudicate e poetiche. grazie B

  4. Lucien dice:

    Serate "tremendamente" belle, caro B.

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