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The Sidewinder - Lee Morgan


La canzone che poi diede anche il titolo all'LP di Morgan è uno di quegli instant-hits che negli anni d'oro del jazz capitavano come poi nella musica rock. The Sidewinder al pari del serpente da cui prende il nome si muove e si svolge con sinuosità, trasversalmente, punzecchiando la testa, annidandosi per sempre nel cervello e non uscendone più, attaccandosi lì come un qualche tormentone estivo. Un pezzo con un ritmo che diventò negli anni successivi un pattern per decine e decine di Lps che cominciavano con un gran bel pezzo funkeggiante che serviva poi però solo a nascondere la pochezza di cui era poi composto il resto dell'album.
Jazz hits, oggi qualcosa di sconosciuto e persino inconcepibile, ma al tempo, tra la fine degli anni 50 ed i primi 60 non era rarità anche se delle dimensioni di The Sidewinder, così su due piedi mi vengono in mente solo So What del divino Miles e Watermelon Man di Herbie Hancock.
The Sidewinder fu anche il miglior album di Lee Morgan, non essendo più riuscito dopo a raggiungere quelle vette, avendo però mantenuto comunque una produzione più che buona.
All'album, registrato il 21 dicembre 1963 da Rudy Van Gelder negli omonimi studi di Engelwood Cliffs, parteciparono Joe Henderson al sax tenore, Barry Harris piano, Bob Crenshaw basso e Billy Higgins batteria. Henderson è protagonista di alcuni assoli veramente rimarchevoli all'altezza di quelli di Morgan con un interplay da manuale tra tromba e sassofono. Il piano di Harrs scandisce il ritmo come un metronomo, ascoltate il lavoro che fa in The Sidewinder, perfettamente accompagnato dal duo basso batteria.
La bellezza ed il successo del pezzo d'apertura oscurarono le altre canzoni, in realtà tutte meritevoli e di grande bellezza, in particolare Totem Pole (che avrebbe potuto benissimo essere un altro hit) e la finale Hocus Pocus.
Se posso insistere vi consiglierei di procurarvi un qualche modo l'album (ora i Blue Note i trovano nei negozi e pochi euro) che questo è un disco che piace anche a chi non è appassionato di jazz.

36 commenti a "The Sidewinder - Lee Morgan"

  1. allelimo dice:

    "...Jazz hits, oggi qualcosa di sconosciuto e persino inconcepibile, ma al tempo, tra la fine degli anni 50 ed i primi 60 non era rarità..."
    Non ci trovo nulla di strano: la musica jazz è stata la musica dei "giovani impegnati" (possiamo intenderlo in modo ampio, nel senso di "persone interessate anche all'aspetto culturale/artistico della musica?)

    Fino alla fine degli anni '50 la musica dei "giovani impegnati" era il jazz, non il rock (che d'altronde sarebbe nato solo a metà degli anni '60=, così come altre musiche lo erano state nei decenni (e nei secoli) precedenti.
    Adesso è inconcepibile anche un hit di, chessò, valzer viennese, ragtime, canzone da operetta o da musical di Broadway.
    I tempi cambiano. Per fortuna, aggiungerei: chi ha voluto scommettere sul compimento della storia (anche solo quella della musica), fin'ora ha sempre avuto torto...

  2. allelimo dice:

    Anticipo DiamondDog e mi chiedo da solo: ma a chiunque, quanto gliene frega di quello che penso io sul jazz, i giovani impegnati e il compimento della storia (musicale)?
    Probabilmente nulla, e in effetti facendomi la domanda per tempo avrei potuto evitare di scrivere il commento precedente. E questo. Nonchè qualsiasi altra cosa abbia mai scritto qui e su altri blog.
    Boh.

  3. coccodimamma dice:

    alle accidenti nessuno ti ha tolto il ciuccio perchè devi piagnucolare lo stesso? te le vai a cercare se ogni occasione è buona per punzecchiare gli altri utenti.

    detto ciò ottimo articolo.

  4. silvano dice:

    Il valzer viennese, il ragtime, la canzone da operetta o da musical di Broadway è oggi musica morta, ma il jazz no. Sarebbe da chiedersi perchè le persone (meglio la massa) non lo seguono più.
    Siano le "canzoni" jazz che non hanno una durata radiofonica, oppure che molto spesso non hanno un testo e sono "solo" musica, oppure che il jazz è circondato da un'aura d'essere musica difficile, non saprei epperò lo sforzo di ascoltare un disco lo affrontano in gran pochi. Eppure non è musica morta,anzi a volte anticipa temi che verranno poi ripresi dal rock.
    Chissà forse è che non viene spinto da nessuno in modo "cool" e ggiovane.

  5. il blues che lo ascoltano e lo suonano solo i bianchi (pochi e male), è morto

  6. allelimo dice:

    Secondo me invece il jazz è musica morta almeno quanto l'opera, il valzer viennese e il blues: sono musiche codificate, accademizzate ed immutabili.

    Il jazz in più ha questo strano fascino sugli appassionati di rock, che tendono a concedergli uno status di musica "seria" e "superiore" non giustificata da nulla che non siano una serie di convenzioni/convinzioni aprioristiche, non molto diverse da quelle di chi sostiene la differenza qualitativa tra "musica" (genericamente classica, o "colta") e muzak (tutto il resto, jazz compreso).

    Invece il jazz è un figlio bastardo del blues, che è uno dei tanti padri del rock: non ha nessuna superiorità morale o tecnica rispetto a tutte le altre musiche "popular", musical di Broadway compreso (che poi sarebbe il punto culminante della musica, troppo spesso citata a sproposito, di "Tin Pan Alley", che nulla ha a che vedere con il jazz), nè è di per sè più o meno facile da capire di un disco di rock.

    Con la dovuta eccezione, naturalmente, di chi per capire la musica ha bisogno di testi da leggere e contenuti multimediali: in effetti nel jazz l'accento è molto spostato verso la pura musica.
    Ma qui la cosa curiosa è che il pubblico del jazz (come quello della musica "classica") normalmente non è fatto di musicisti, e in ogni caso lo è in maniera molto inferiore rispetto al pubblico del rock.
    Vista la scarsità di comprensione musicale che già caratterizza gli ascoltatori di rock, mi viene davvero da chiedermi quanti ascoltatori di jazz capiscano quello che ascoltano e quanti si limitino invece a ripetere i soliti cari e vecchi luoghi comuni: così a occhio, direi parecchi.

  7. silvano dice:

    Mah qua siamo nel pieno delle opinioni personali. Io credo invece che il jazz non sia morto - ciò che è deleterio per il jazz è che ha questa nomea di musica difficile essendo invece una musica popolare esattamente come il blues, suonato in origine da musicisti che non sapevano leggere uno spartito: musica popolare, semplice e povera con una gran capacità di contaminazione, musica contaminata e contaminante per eccellenza.

    Di quello che capisce la gente che ascolta jazz, rock, classica, il lissio di Casadei Raul non ho ne ho invece la minima idea.

  8. Lucien dice:

    Ammetto la mia ignoranza sul jazz in generale e mi è difficile dire se sia morto o moribondo Più che altro non mi ha mai attratto e non fa parte della mia storia musicale.
    Ho un amico più anziano, grande appassionato, che ogni tanto ha provato ed erudirmi, ma con scarsi risultati.
    Tempo fa invece conoscevo un paio persone abituate a frequentare concerti jazz perché faceva figo che (vi garantisco) capivano di musica come me di fisica quantistica.

  9. silvano dice:

    Lucien, a prposito di gente che la tira: http://31canzoni.blogspot.com/2008/06/john-zorn-painkiller-verona-1997.html

  10. Lucien dice:

    Letto! Veramente spassoso: uno spettacolo nello spettacolo! :D

  11. allelimo dice:

    Di quello che capisce di musica la gente che ascolta jazz, rock, classica, il lissio di Casadei Raul io invece un'idea me la sto facendo leggendo i commenti a questo (e ad altri) blog, di massima direi abbastanza poco.

    La parte in cui ricordi come è nato il jazz (musica popolare, da strada, da bettola) mi trova perfettamente d'accordo.
    Per decidere se una musica è viva o morta però basta guardare dove sono le spinte innovative: blues e jazz non mi sembrano averne più da tempo.
    Sono musiche legate ad altri anni, come il rock'n'roll, l'operetta e il punk del '77. Nel frattempo il mondo è andato avanti, e queste musiche invece si sono fermate. Per me, fermarsi è quanto di più simile alla morte può succedere per una musica.

  12. silvano dice:

    Non so. Ti esorterei a seguire le uscite ECM, musicisti come Anouar Brahem, Misha Alperin, EST (etichetta ACT), Marcin Wasilewski, Tomasz Stanko, Stefano Bollani, Stefano Battaglia, Erik Truffaz...ma ce ne sono veramente molti altri a me fanno pensare che il jazz sia in ottima salute ma si trovi in un mercato asfittico quasi morto.
    ciao.

  13. allelimo dice:

    Il jazz, come ha già detto Lucien, non fa parte della mia storia musicale.
    Può darsi che esista una scena jazz vivissima, ma la mia impressione è che sia una scena in contrazione perchè il gusto della gente è andato in altre direzioni.
    Qui, più del solito, posso tranquillamente sbagliarmi, ma è la solita questione: tempo e scelte. Mai avuto la pretesa di conoscere tutto :)

  14. beppekin dice:

    non il rock (che d'altronde sarebbe nato solo a metà degli anni '60..forse era la metà degli anni 50.

  15. allelimo dice:

    No no, era proprio la metà degli anni '60, quello che dici tu è il "rock'n'roll", che è una cosa ben diversa dal "rock".

  16. @silvano grazie della segnalazione, non conosco e prima o poi, come ho fatto con altri dischi significativi del jazz, proverò ad avvicinarmici.
    @ alle, leggendo i tuoi commenti (soprattutto incrociando quello insuperabile delle 18:21 con quello delle 21:44)....ho avuto una visione: come se un idraulico volesse spiegarti come ha fatto Armstrong a sbarcare sulla Luna, però eh capiamoci.....lui non ne sa niente di astronavi perchè non fanno parte della sua storia e conosce solo le chiavi del 10.

  17. allelimo dice:

    DiamondDog, cambia spacciatore.
    Nel frattempo, se ti fa piacere cagare il cazzo per il puro gusto di farlo, vai pure avanti tranquillamente, sei in buona compagnia dei vari ed educatissimi anonimi.

  18. Io mi sono addentrata solo da una decina d'anni nel magico mondo del jazz. E' vero che l'appassionato rock tende un po' ad idealizzarlo e a considerarlo quasi una musica 'superiore', tecnicamente/intellettualmente (almeno, all'inizio a me è successo così).

    Però no, non la considero una musica morta. Cosa significa poi 'il jazz è morto'? Quale filone/approccio al jazz? Il post-bop? La fusion? Il free-jazz? Lo spiritual? Secondo me affermazioni così pesanti andrebbero meglio contestualizzate e motivate.

    Sul fatto che non escano cose interessanti in ambito jazz in questi anni...mah, basta avere voglia di seguire le uscite di certe etichette e le cose si trovano eccome. Però bisogna conoscerle. Mi sento di condividere con Silvano il suggerimento sulla ECM, per esempio, ma anche - che so - una label come la Tzadik di John Zorn...il quale sarà anche logorroico ma lo trovo pur sempre un genio, anche quando va a fiutare musicisti che non provengono strettamente da ambiti jazz come Koby Israelite, Jamie Saft etc etc etc. E non fatemi parlare dei filoni ethno/world/afro, oppure delle contaminazioni ancor più spinte (hip-hop, metallo, noise, electro/ambient, etc), o di uno come Madlib...

    Ma io in sostanza ci capisco molto poco perchè ho una formazione essenzialmente rock e poichè di tecnica musicale ne so ancor meno, quindi mi piacerebbe lasciare la parola ad un blogger che credo sappia qualcosuccia in più, l'amico Borguez (il cui ultimo post, tra l'altro, parla di un disco spaziale...jazz nell'anima ma molto, molto altro nelle suggestioni).

    http://www.borguez.com/

    Poi ne riparliamo magari.

  19. allelimo dice:

    Ma sentite un po': silvano ha scritto: "il valzer viennese, il ragtime, la canzone da operetta o da musical di Broadway è oggi musica morta".
    Paolo Vites ha scritto: "il blues che lo ascoltano e lo suonano solo i bianchi (pochi e male), è morto".
    Io ho scritto che per me anche il jazz è morto, e subito c'è chi si affanna a dire che no, il jazz è vivo e sta bene... :)
    SigurRos, il tuo amico Borguez non lo conosco, sicuramente è un'ottima persona, ma il suo ultimo post rientra esattamente in quanto dicevo prima: "Vista la scarsità di comprensione musicale che già caratterizza gli ascoltatori di rock, mi viene davvero da chiedermi quanti ascoltatori di jazz capiscano quello che ascoltano e quanti si limitino invece a ripetere i soliti cari e vecchi luoghi comuni: così a occhio, direi parecchi."
    Lo riporto qui sotto, per chi non avesse tempo di andare a cercarlo. Giuro che se non fosse per la citazione di Sun Ra, non sarei nemmeno risucito a capire di quale tipo di musica si trattasse.

    Phil Cohran and Legacy African Skies
    Pubblicato il 12/01/2011 da borguez

    com’è consuetudine l’anno appena terminato si lascia indietro giacenze acustiche a cui non si è data la doverosa attenzione, vuoi per negligenza o per incosapevolezza, vuoi per faccende di tempo, che da sempre manca, da dedicare all’ascolto. a dire il vero mi accingo a raccontare di un disco che è arrivato in cd nel 2010 ma che era già uscito in vinile nel 2009 e che in realtà è stato registrato nel 1993: per questi e per altri motivi di sistemi solari diversi lascerei perdere sin d’ora la questione temporale. Phil Cohran ha a buon diritto la capacità e la consapevolezza di giungere a suo piacimento, e nel tempo a lui più consono, nella vicenda musicale di questo spicchio di galassia. il suo apparentamento spirituale con Sun Ra lo consacra a testimone di una generazione di artisti che hanno, ben prima di altri, allargato davvero le porte della coscienza umana spalancando pure gli abbaini che affacciavano nottetempo sul sistema solare tutto. così, pochi mesi dopo la dipartita terrena di Sun Ra (per i terrestri Herman Poole Blount) il devoto e sodale Phil Cohran raccoglie un manipolo di fedeli e di figli (Hypnotic Brass Ensemble suggerisce qualcosa?) e compone quella che tecnicamente si dovrebbe chiamare un’elegia. la incide in studio e successivamente la esegue pure dal vivo all’Adler Planetarium (dove altrimenti?) di Chicago in quel lontano 1993.

    African Skies (Captcha, 2010) è il risultato luminoso prodotto da quel gesto di amore e devozione. se qualcuno vorrà intenderla in quanto elegia (funebre) è libero di farlo, ma io credo che si rischi di perdere quel tanto di più che è racchiuso in questo piccolo trattato di volo per aspiranti cosmonauti sonori. piccolo perché è pensato da un grande che ha lavorato per sottrazione e difetto spogliando la materia da fronzoli e lasciando iridescente il suono ancestrale a rimbombare nel cosmo. siamo di fronte ad un compendio di ritmo primordiale, al rumore che fa il mondo se, per silenzio circostante e purezza, lo si potesse ascoltare attoniti. una piccola cosmogonia portatile da tenere in prossimità dell’orecchio per servirsene all’uopo.
    non sprecherò parole per gettare in campo etichette, questa musica non necessita altro che di essere accolta ed ascoltata. clarinetto basso, congas, contrabasso, flauti, chitarra, arpe, kalimba, trombone, tromba, ukulele e la voce cerimoniale di Aquilla Sadalla sono gli ingredienti di questa calda materia ipnotica (e amniotica).
    e se il cielo nel quale si tenterà di decollare sovrasta la terra madre africana è piuttosto la destinazione che resta incerta: comunque buon viaggio.

  20. Permettimi: ma, al di là della recensione di Borguez, il disco l'hai sentito? Pensavo che la musica si ascoltasse, e che non si valutasse semplicemente in seguito alla lettura di un post. Davvero, prova ad ascoltarlo. E poi caso mai si può dibattere su cosa *per te* è jazz, e sul come lo intendo io invece. Perchè dire jazz è un po' come dire rock, si può parlare di tante cose.

    Io non mi affanno, riporto semplicemente la mia opinione con sincerità. Ammetto che, se non seguissi certi blog, se non fossi iscritta alla newsletter di certe label e se non seguissi alcuni preziosi e fidati suggerimenti, potrei pensare che oggigiorno il jazz sia solo musica 'vecchia' e ostica per un ascoltatore che ha un background diverso, chiusa nelle sue elites e che nega qualsiasi forma di contaminazione e rinnovamento. Non dico che in certi casi non possa essere così; ma ci sono tanti, tanti dischi - più o meno recenti - che proprio non hanno nulla a che fare con questo modo di intendere il jazz e che pure sono, nell'anima e nell'approccio, 'jazz'.

  21. Uffa, sembrava che il mio commento fosse stato pubblicato, invece se l'è mangiato :(

    In sintesi mi chiedevo se, oltre a leggere il post di borguez, il disco lo avessi ascoltato o meno. Come si può valutare un disco e stabilire se/quanto può essere 'jazz' se prima non lo si ascolta?Davvero, prova a sentirlo. Poi possiamo dibattere su cosa *per te* è jazz, e sul modo in cui lo intendo io.

    Non mi affanno, semplicemente esprimo con sincerità la mia opinione. Se non seguissi i suggerimenti di persone fidate e se non fossi iscritta alla newletter di certe label, potrei pensare anch'io che il jazz sia soltanto una musica 'vecchia' e ostica (specie per chi ha un background diverso), chiusa nelle sue elites e mai disposta alla contaminazione e al rinnovamento. Non dico che in certi casi non possa essere così, ma fortunatamente ci sono molti artisti che la pensano diversamente.

  22. Su valzer viennese, operetta, ragtime non mi esprimo perchè non ho la benchè minima competenza in materia. Ho risposto sul jazz perchè invece mi piace e sto esplorando questo territorio da un po' di tempo.

  23. Alle smettila di accomunarmi all'anonimo, sei infantile.
    Io le cose le dico in faccia, e in rete ci sono le tracce per provarlo. Se vuoi vedere chi è l'anonimo vai a vederti gli IP magari scopri da che zona ti scrive e inizi a indagare.

  24. allelimo dice:

    DD, dire le cose in faccia non è mica sinonimo di dire cose intelligenti. Smetti di dire cazzate e smetterò di accomunarti agli anonimi.
    Per quanto riguarda la tracciabilità degli ip di chi lascia commenti su blogger.com, ullallà, sono in una comunità di hacker e non me ne ero accorto.
    E anche riuscendo a tracciare l'ip di chi lascia un commento, o hai accesso ai log del provider oppure se la persona in questione non ha un ip fisso ma dinamico, come il 99% degli utenti collegati via adsl al web, l'ip serve più o meno come ascoltare la copertina di un disco (in vinile)

    Accetto comunque consigli sulla tracciabilità degli ip di chi lascia commenti, eh :)

  25. Nei commenti di splinder mi compare sempre un IP, è così che riesco a stanare il mio troll consueto, e da un po' di tempo a questa parte a moderarlo :) Però non saprei come risalire alla provenienza...

  26. allelimo dice:

    Splinder è una piattaforma diversa da blogger.com

  27. allelimo dice:

    SigurRos, domando perdono per la risposta su Borguez, si vede che avevo capito male: tu avevi scritto che rimandavi al suo post e quello sono andato a leggere.
    Per ascoltare il disco ci vuole un po' più di tempo: procurarselo, metterlo nell'iPod, ascoltarlo, ponzarci sopra, se il caso riascoltarlo etc.

    Però il post mi sembra un capolavoro di mancanza di senso: tolgi il riferimento a Sun Ra ed è impossibile capire di cosa stia parlando, se di Laura Pausini o di un disco doom-metal-noise.

    Sull'affannarsi o meno, la cosa che mi suona strana è che nessuno abbia detto "bah" sulla frase - che mi trova perfettamente d'accordo - di Paolo Vites: "il blues è morto".
    Quando io avevo detto che trovavo il blues abbastanza noioso sono stato crocifisso (anche da te!) sulla pubblica piazza per eresia...

  28. Un conto è dire che trovi il blues noioso (atteggiamento legittimo, ma dipende anche da cosa ascolti e da cosa intendi per 'blues'), l'altra che il blues è morto ;) Sinceramente non mi sento sufficientemente ferrata in materia per poter, eventualmente, confutare l'ipotesi sulla morte del blues ;)

    Sul jazz invece ho risposto sopra.

    Sul post di Borguez: adoro la sua prosa per metafore ed immagini di vita :) Nessuno ha detto che si tratta di recensioni vere e proprie, secondo me i suoi post sono qualcosa di profondamente diverso, sketch di vita che si riflettono sulla musica e viceversa. E per questo mi piace molto. E poi vabbè, il riferimento a Sun Ra era abbastanza rivelatorio ;) Oppure sono io che, col tempo, ho imparato a decriptarlo ;)

  29. allelimo dice:

    Apperò, cioè se io dico che il blues mi annoia bisogna puntualizzare, suddividere e censire cosa ascolto e cosa intendo per blues, e se qualcun altro dice che il blues è morto va tutto bene?
    Tesi estremamente curiosa che mi lascia senza parole.

    Sul post di Borguez (che, ripeto, non conosco e verso il quale non nutro nessun sentimento negativo) il fatto che tu dica che "forse hai imparato a decriptarlo" mi sembra estremamente significativo.

    Tu l'hai citato come esempio di "...un blogger che credo sappia qualcosuccia in più, l'amico Borguez (il cui ultimo post, tra l'altro, parla di un disco spaziale...jazz nell'anima ma molto, molto altro nelle suggestioni)."
    A me, quel tipo di recensioni lì, in cui il recensore si preoccupa di farci sapere quanto sia intelligente e profondo, ignorando completamente il disco di cui in teoria starebbe parlando, sono esattamente il motivo per cui non compro più riviste musicali da più di 10 anni

  30. Ed è per questo che siamo diversi; tu ci vedi solo uno sfoggio vuoto di abilità dialettica e intelligenza, io ci vedo un modo molto sincero e personale di parlare di musica attraverso se stessi, e di parlare di se stessi attraverso la musica. Ciò è tra i motivi per cui anch'io tengo un blog personale, oltre al desiderio di comunicare con altri che condividono la mia passione. Nè io nè borguez, credo, abbiamo pretese di fare i 'recensori' come da rivista musicale, cartacea o virtuale.

    Detto questo, mi piacciono anche analisi più critiche, oppure analisi che partono con una contestualizzazione storica di un certo disco/movimento. Trovo anche utili descrizioni che contengono riferimenti musicali e categorie con cui orientarmi nella lettura, una sorta di guida pratica per capire subito cosa può interessare e cosa no. Anche in caso dovessi fraintendere (a causa della 'mancanza di senso', come la chiami tu), ciò non comporterebbe grossi conseguenze (ho capito male, non è il mio genere e non mi piace --> cestino tutto, caso mai ci ho perso 20 minuti del mio tempo); anzi, ciò potrebbe aprire anche interessanti scenari: sorpresa, avevo capito male, non è ciò che pensavo ma mi piace, e senza quel fraintendimento non avrei mai scoperto quel disco.

    Allora dimmi, cosa cerchi TU in una 'recensione', o comunque in un post che parla di un disco? Dipende molto dal tuo background, dalle tue esperienze, dai tuo gusti, dalle tue esigenze...Ti faccio un esempio: io - che sono ignorante in fatto di teoria musicale e di registrazione/produzione - trovo di una noia mortale i tuoi approfondimenti sulla tecnica. Senza offesa eh ;) Post che invece molti altri utenti trovano tra i più interessanti (ed in effetti deduco che sono scritti benissimo e con competenza).

    Sul blues: ritengo che confutare la tesi 'il blues è morto' sia più impegnativo che discutere con qualcuno del come mai trova il blues noioso (cosa del blues trova noioso, quali caratteristiche, quali artisti, di quale periodo, quali approcci, etc.).

    P.S.: chissà se blogger mi prende questo post...

  31. Ok, ho letto ora il tuo commento nell'altro post, che in sostanza è la risposta a quanto ti chiedevo sul cosa cerchi in una recensione.

  32. allelimo dice:

    Grazie per la puntualizzazione, se non me l'avessi detto avrei anche potuto illudermi che i miei post tecnici potessero risultare interessanti, almeno adesso so per certo che provocano una noia mortale!

  33. Ho detto che IO li trovo noiosi, perchè prediligo l'aspetto emotivo e contestuale di un post che parla di musica. Ho anche precisato che altri, al contrario, li apprezzano molto, ed in effetti ho constatato che sono scritti benissimo e in maniera competente; solo non rietrano nei miei interessi. Se ti sei offeso per il termine 'noia mortale' mi spiace, non volevo.

  34. allelimo dice:

    Nessuna offesa, anzi! Mi diverte vedere questa bella unanimità di giudizi: ho riletto i commenti ai vari post "tecnici" e in effetti la maggior parte sono insulti, poi ce n'è ben uno di Sull'Amaca che dice che il post era interessante. Oh beh, fa niente :)

  35. Pareri credibili, non quelli del primo troll che passa ;)

  36. Uhmm, certo che prendi di "carne" eh Allelimo?

    Cmq scrissi che il tuo post era interessante perché lo penso davvero, leggere di aspetti tecnico musicali mi piace perché finora non ho trovato nessuno che ne scrive e mi pare che esponi e divulghi bene il tema. Tutto qui.

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