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The The: alchimista solitario degli anni '80

Per i giovanissimi forse il doppio articolo del titolo non dirà molto. Per chi invece negli anni '80 non era un bambino Matt Johnson, in arte The The, dovrebbe essere un nome noto. Riuscì a conciliare il post punk con il pop senza vendersi l'anima, malgrado l'inaspettato e clamoroso successo di Uncertain smile, singolo che nel 1983 diventò un tormentone ballato nelle discoteche pseudo-alternative e passato a ripetizione in tutte le radio. Marchi di fabbrica erano l'indimenticabile introduzione di xilofono e il lungo assolo finale di pianoforte di Jools Holland. L'album in questione era Soul Mining, ma fu con i due dischi successivi: Infected del 1987 e Mind Bomb del 1989 che The The mise a punto il suo stile da songwriter di classe, attento ai temi sociali e politici, insieme al talento da polistrumentista capace di appropriarsi dei generi e miscelarli con una formula originale ed inimitabile. 
Splendidi brani, molti dei quali trasformati in video, come Infected, la title track che accenna alla diffusione dell'Aids (massimo picco proprio in quegli anni); splendidi l'introduzione serrata di percussioni tribali e l'assolo di tromba a metà brano. Sweet bird of truth, invece è il primo brano della facciata B che si scaglia contro la politica imperialista delle grandi potenze, mentre Heartland è una critica alla decadenza dell'Inghilterra thatcheriana: questo è il 51° stato degli Stati Uniti.
L'altro disco imperdibile è Mind Bomb. Con The The collaborò Johnny Marr, ex chitarrista degli Smith che fa sentire la sua presenza in tutti i brani con riff incisivi e con l'armonica; in Kingdom of Rain e Good Morning Beautiful c'è Sinead O'Connor al canto. Lo stile musicale di Johnson è piuttosto indefinibile; sicuramente originale e complesso, risente agli inizi della tipica matrice pop/dance anni '80 per poi evolversi e contaminarsi con il blues-rock, il folk ed il funk. Questo è un album dall'impatto viscerale dove i brani si sviluppano come per metamorfosi, prendendo forma lentamente; durano infatti quasi tutti dai cinque minuti in su. I testi, quasi profetici, spaziano affrontando temi come le religioni, il capitalismo e l'incombente globalizzazione. Struggente e seducente, quest'opera è forse il capolavoro del genio indefinibile di Johnson. (Scaruffi).
Curioso destino quello di The The, per certi versi simile a quello dei Talk Talk, pure loro esplosi negli anni '80 con hit da classifica come It's my life e Such a same e in seguito allontanatisi progressivamente dalla scena commerciale synthpop per esplorare territori musicali distanti anni luce da quelli dei loro esordi.
Di The The si erano perse le tracce: dopo Dusk, uscito nel 1993, ben sette anni di silenzio fino alla rottura con la propria casa discografica nel 2000 e in seguito la decisione di pubblicare in proprio e distribuire sul web Nakedself, un album che non aggiunge nulla di interessante alle sue produzioni precedenti
Di recente è uscita la colonna sonora per un film realizzato dal fratello, il regista Gerard Johnson, intitolato Tony, in uscita a febbraio. 

8 commenti a "The The: alchimista solitario degli anni '80"

  1. allelimo dice:

    Manca però il primo album di Matt Johnson, "Burning Blue Soul", poi ristampato a nome The The, e il mitico album mai pubblicato "The Pornography of Despair", che avrebbe poi visto molti dei suoi pezzi sparsi tra "Soul Mining" e alcuni singoli.
    (Ma sul web si trova eh...)

  2. brazzz dice:

    sempre amato alla foliia grazie del post

  3. Harmonica dice:

    Un grande di cui si sente la mancanza.

  4. Ahhh, ricordo tutti i video (varrebbe la pena farne un post) tratti da Infected e che disco. Al tempo lo ascoltavo a ripetizione, come ha scritto Brazzz amato alla follia.
    Pure io ne ho perso le traccie, mi pare anche che avesse fatto un album dedicato a Hank Williams, vero?

  5. Lucien dice:

    Credo che fosse stato girato un video per ogni brano di Infected.
    Sì c'è anche questo tributo trascurabile, intitolato Hunky Punky, con tutte cover di Hank Williams che uscì nel 1995. L'ho ascoltato una sola volta. Johnson è del 1961; mi sembra impossibile che per un musicista del suo talento si sia spenta la lampadina praticamente a 32 anni! (Dusk è del 1993).

  6. It's better to burn out than to fade away...

  7. @ Lucien vero vero, l'ultimo album che ho di lui è proprio Dusk che personalmente non mi piace come gli altri precedenti.

  8. 'acchio, ho anch'io postato su The The pochi giorni fa...
    Un mito!!!

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